Audio Evento Pres@s Politic@s

Lunedì 15 Aprile c’è stato un evento nella Piazza della Resistenza di San Cristobal de las Casas, nell’ambito della settimana di mobilitazioni in appoggio ai ed alle pres@s politic@s del Chiapas, organizzato da aderenti alla Sexta. Hanno partecipato familiari, amici, simpatizzanti e complici con interventi al microfono, teatro e musica ancora una volta per esigere la liberazione incondizionata dei pres@s politic@s del Chiapas.

Dal server Arkiwi si possono ascoltare  alcuni degli interventi

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Sul compagno Kuy

Conferenza Stampa del 14 marzo 2013

1. – Già da una settimana prima dell’ 1 dicembre 2012, il governo federale ordinò alla polizia federale la istallazione di alte reti metalliche nelle varie strade attorno la Camara dei Diputati di San Lázaro, impedendo il libero transito alla persone che vivevano in zone vicino al suddetto recinto e così creando un’aria di tensione tra i cittadini.

2. – Vista la presa del potere (illegittima) di Enrique Peña Nieto, come Presidente Costituzionale, ci furono diverse proteste cittadine, contro le quali gli elementi della polizia federale utilizzarono proiettili di gomma, gas lacrimogeni ed idranti, col fine di dissolvere le manifestazioni di protesta, ferendo un numero indeterminato di persone che manifestavano pacificamente o che semplicemente passavano per le strade dove erano state poste le alte reti metalliche.

3. – Juan Francisco Kuykendall Leal, quel primo di dicembre 2012, verso le 9:20 del mattino, camminava sull’avenida Eduardo Molina e si stava dirigendo verso il concentramento di una delle manifestazioni pacifiche contro la presa del potere da parte di Enrique Peña Nieto, che si trovava a circa 500 metri di distanza.

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[Video] Somos Viento

Fonte: http://somosvientodocumental.wordpress.com/

Questo documentario mostra il conflitto generato dalla intenzione di costruire un Parco Eolico (il Parque eólico San Dionisio del Mar) nell’ Istmo di Tehuantepec, e si concentra sulla realtà dei fatti e l’opinione della gente che abita la regione, dando la parola a coloro che non trovano mai spazio nel mainstream. Inoltre mostra la logica dei progetti eolici in una visione generale e spiegando brevemente il discorso che anima la green economy e lo “sviluppo ecologico”.

 

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MANIFESTAZIONE “EL BOSQUE PER LA LIBERTÁ DI ALBERTO PATISHTAN”

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Pronunciamento del Primo Incontro delle Comunitá in Resistenza Santiago Xanica

Dal sito del Nodo Solidale

Nei giorni 6-7 Aprile di quest’anno, nel municipio di Santiago Xanica, Miahuatlan, Oaxaca, nel Primo Incontro dei Comunita’ in resistenza, convocato dalle AUTORITA’ RURALI E MUNICIPALI E DALLE ORGANIZZAZIONI: COMITATO DI DIFESA DEI DIRITTI INDIGENI (CODEDI), ORGANIZZAZIONI INDIGENE PER I DIRITTI UMANI DI OAXACA (OIDHO), UNIONE CONTADINA INDIGENA DI OAXACA -EMILIANO ZAPATA (UCIO-EZ), COLLETTIVO AUTONOMO MAGONISTA (CAMA), ALLEANZA MAGONISTA ZAPATISTA (AMZ), si sono riuniti circa 1500 partecipanti di oltre 30 comunita’ indigene, contadine, collettivi studenteschi, assemblee di quartiere e collettivi internazionali solidali di Francia, Italia, Germania, Svizzera e dello Stato spagnolo, sviluppando il lavoro dell’incontro con i seguenti temi:

- GRANDI OPERE
- TERRA E TERRITORIO
- ORGANIZZAZIONE, LOTTA E RESISTENZA
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IL MASSACRO DI SIMOJOVEL: CRONACA DI UN MASSACRO DI POLIZIOTTI (QUASI) DIMENTICATO

Fonte: Comitato Chiapas Maribel

La Jornada, Sabato23 marzo 2013, Hermann Bellinghausen. Inviato. San Cristóbal de las Casas, Chis. 22 marzo.

La notorietà raggiunta dalla lotta di Alberto Patishtán Gómez per la libertà ha impedito che il crimine che ha causato la sua personale disgrazia di 12 anni di prigione (e, secondo la sentenza ne mancano altri 48) fosse dimenticato, cosa che sicuramente ha contrariato molte autorità, almeno statali, dal 2000 ad oggi, dopo quattro governatori letteralmente di tutti i partiti. Che cosa successe la mattina del 12 giugno del 2000 a Las Lagunas de Las Limas, Simojovel? Quale il movente? Che cosa stava succedendo in quei giorni da quelle parti?

L’omicidio di sette poliziotti – il comandante Francisco Pérez Morales, cinque agenti ai suoi ordini ed il comandante municipale di El Bosque, Alejandro Pérez Cruz – rappresentava un fatto di enorme gravità. Oggi forse ci siamo abituati a notizie di questo genere, ma allora, perfino nel Chiapas militarizzato e paramilitarizzato, questo risultava un fatto straordinario. Ovviamente, la notizia finì sulle prime pagine di tutti i giornali. Read more »

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Frayba: rapporto sulla situazione dei diritti umani in Chiapas durante i governi federali e statali 2006-2012.

 

San Cristóbal de Las Casas, Chiapas, México

 

19 marzo 2013

 

Boletín de prensa No. 07

 

Tra la politica sistemica e le alternative di vita

 

Il Centro di Diritti Umani Frayba di San Cristóbal de Las Casas presenta Entre la política sistémica y las alternativas de vida, rapporto sulla situazione dei diritti umani in Chiapas durante i governo federali e statali 2006-2012 ”.

Dai lavori di documentazione quotidiana, si evince che il sessennio da poco trascorso si è caratterizzato per la continuità e l’aumento sistematico delle violazioni dei diritti umani contro le popolazioni nel territorio nazionale.

Si sottolineano:

In primo luogo: le violazioni ai diritti umani della popolazione civile in generale, con l’argomento e in nome della sicurezza, utilizzando meccanismi di controllo territoriale attraverso la militarizzazione del paese; la tortura come metodo di investigazione e distruzione della persona; l’aumento spropositato delle persone fatte sparire con la forza; l’aumento di femminicidi e assassinii che si aggiungono alla lunga lista di casi di impunità.

In secondo luogo: le azioni repressive contro le comunità e i villaggi che resistono e rivendicano specifici diritti, in particolare le aggressioni al territorio della Basi d’Appoggio dell’Esercito Zapatista di Liberazione Nazionale (BAEZLN), come continuità della strategia contro-insurrezionale impulsata dal governo messicano.

Detto questo, possiamo anche sostenere che nel sessennio che si è concluso, la distanza fra i diritti riconosciuti ai popoli indigeni e l’esercizio e la pratica degli stessi, si è fatta sempre più ampia. Read more »

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Il Comitè di Radio Ñomndaa denuncia lo sfruttamento del Río Suljaa’ da parte del governo statale di Guerrero


Dal sito Enlace Zapatista

Stimati Compagni e Compagne: il Nostro fiume Suljaa’, che si trova nei territori dei popoli Nu Savi (Mixteco) e Nancue Ñomndaa (Amuzgo), nella Costa Chica di Guerrero, si trova in pericolo per la minaccia di sfruttamento avanzata dal governo dello stato di Guerrero. Con un opera pubblica che pretende intubare il Río di Suljaa’, vogliono privarci di questo insostituibile bene naturale e portare l’acqua del fiume nella cittadina di Ometepec, senza tenere in conto le comunità che vivono alle sponde di questo fiume.

In questo modo, il governo dello Stato di Guerrero, cui attuale presidente è Ángel Heladio Aguirre Rivero, viola i diritti dei popoli originari riconosciuti nel Convenio 169 de la Organización Internacional del Trabajo, la Ley 701 de Reconocimiento, Derechos y Cultura de los Pueblos Indígenas del estado de Guerrero e la Dichiarazione delle Nazioni Unite sui diritti dei popoli indigeni che dica nell’articolo 26: I popoli indigeni hanno diritto alle terre, territori e risrse che hanno tradizionalmente posseduto, occupato o utilizzato o acquisito.

Appoggia la lotta del popolo amuzgo contro lo sfruttamento del suo territorio

Diffondi questa ingiustizia, appogia la nostra lotta in difesa del fiume e diffondi questo video: http://archive.org/details/Rio_Suljaa_Gro

¡Mai più un Messico senza di noi!

Attentamente

Comitè di Radio Ñomndaa, La Palabra del Agua
La Palabra del Pueblo es Libre, Rebelde y Verdadera!

 

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OTRA EUROPA INFO 11

En esta edición de LA OTRA EUROPA INFO escucharemos:

Roma: Carta de Solidaridad al compañero Mario

Milán: Dax, diez años sin ti, diez años con ti

Paris: el encuentro de Europa Zapatista

Madrid: Gabriel Pombo da Silva vuelve a estado español

Berlín: ciudad de Represión y Reacción

y la profundización: Nápoles: historias de ordinaria basura

(audio, español, 1h 6′ 48”)

 Escucha, descarga, difunde

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Miniere nella Montaña e Costa Chica di Guerrero: Simbolo di schiavitù

FONTE: Centro diritti umani Tlachinollan.

Nella storia del mondo, nella storia del Messico, ed in quella della Montaña di Guerrero la miniera ha sempre significato schiavitù e morte per i popoli indigeni; dall’inizio dell’umanità le miniere sono associate alla schiavitù, lo sfruttamento, e la morte dei popoli nativi.

La miniera in Messico sta mettendo in rischio l’equilibrio ambientale, la salute delle persone e lo stesso territorio dei popoli nativi; questa pratica implica un’attività economica imposta dal governo e dalle grandi imprese, sia nazionali che straniere, con l’obbiettivo di fare guadagni con la sua commercializzazione. Le miniere significano per il medio ambiente: distruzione di boschi e corsi d’acqua, la contaminazione del suolo e l’aria, la distruzione dell’economia contadina. La miniera è una delle attività che più disprezza il mondo e che lascia alle spalle un ambiente distrutto e una società in ginocchio, essendo la maggiore industria della contaminazione tossica e anche una delle più grandi minacce per l’ecosistema del pianeta.

Nello stato di Guerrero esiste attualmente uno sfruttamento senza limiti dei minerali che si trovano nel cosiddetto Cinturón de Plata della Sierra Madre del Sur. Dal 2005 al 2010 circa 200,000 ettari del territorio indigeno della regione Costa-Montaña sono state consegnate dal Governo Federale a imprese straniere, attraverso concessioni che durano 50 anni, per realizzare attività di esplorazione e sfruttamento senza far caso ai diritti sul territorio, né all’opinione dei popoli indigeni.

Tra le concessioni di miniere in questa regione spiccano: “La Diana” con una superficie di 15,000 ettari data all’impresa canadese CAMSIM, la quale danneggerà i nuclei agrari di Zitlaltepec, Iliatenco, Paraje Montero e Malinaltepec; “Corazón de Tinieblas” con una superficie di 50,000 ettari concessa all’impresa inglese HOCHSCHILD, che invece danneggerà i nuclei agrari di Totomixtlahuaca, Acatepec, Tenamazapa, Pascala del Oro, Colombia Guadalupe, Iliatenco, Tierra Colorada, Tilapa e San Miguel del Progreso.

I meccanismi attraverso cui si danno tali concessioni per l’estrazione mineraria nei territori indigeni violano in modo flagrante i diritti di tali popoli, riconosciuti dalla Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani ed il Convegno 169 della Organizzazione Internazionale del Lavoro sui Popoli Indigeni e Tribali nel Paesi Indipendenti; questi sono nello specifico: il diritto alla consulta previa, il diritto a preservare territori e risorse naturali, il diritto a conservare e migliorare l’habitat e la preservazione delle proprie terre, senza dimenticare il diritto alla pianificazione, utilizzo, amministrazione e conservazione collettiva delle ricchezze naturali presenti sui loro territori.

 

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