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Miniere nella Montaña e Costa Chica di Guerrero: Simbolo di schiavitù

Posted by on febbraio 26, 2013

FONTE: Centro diritti umani Tlachinollan.

Nella storia del mondo, nella storia del Messico, ed in quella della Montaña di Guerrero la miniera ha sempre significato schiavitù e morte per i popoli indigeni; dall’inizio dell’umanità le miniere sono associate alla schiavitù, lo sfruttamento, e la morte dei popoli nativi.

La miniera in Messico sta mettendo in rischio l’equilibrio ambientale, la salute delle persone e lo stesso territorio dei popoli nativi; questa pratica implica un’attività economica imposta dal governo e dalle grandi imprese, sia nazionali che straniere, con l’obbiettivo di fare guadagni con la sua commercializzazione. Le miniere significano per il medio ambiente: distruzione di boschi e corsi d’acqua, la contaminazione del suolo e l’aria, la distruzione dell’economia contadina. La miniera è una delle attività che più disprezza il mondo e che lascia alle spalle un ambiente distrutto e una società in ginocchio, essendo la maggiore industria della contaminazione tossica e anche una delle più grandi minacce per l’ecosistema del pianeta.

Nello stato di Guerrero esiste attualmente uno sfruttamento senza limiti dei minerali che si trovano nel cosiddetto Cinturón de Plata della Sierra Madre del Sur. Dal 2005 al 2010 circa 200,000 ettari del territorio indigeno della regione Costa-Montaña sono state consegnate dal Governo Federale a imprese straniere, attraverso concessioni che durano 50 anni, per realizzare attività di esplorazione e sfruttamento senza far caso ai diritti sul territorio, né all’opinione dei popoli indigeni.

Tra le concessioni di miniere in questa regione spiccano: “La Diana” con una superficie di 15,000 ettari data all’impresa canadese CAMSIM, la quale danneggerà i nuclei agrari di Zitlaltepec, Iliatenco, Paraje Montero e Malinaltepec; “Corazón de Tinieblas” con una superficie di 50,000 ettari concessa all’impresa inglese HOCHSCHILD, che invece danneggerà i nuclei agrari di Totomixtlahuaca, Acatepec, Tenamazapa, Pascala del Oro, Colombia Guadalupe, Iliatenco, Tierra Colorada, Tilapa e San Miguel del Progreso.

I meccanismi attraverso cui si danno tali concessioni per l’estrazione mineraria nei territori indigeni violano in modo flagrante i diritti di tali popoli, riconosciuti dalla Costituzione Politica degli Stati Uniti Messicani ed il Convegno 169 della Organizzazione Internazionale del Lavoro sui Popoli Indigeni e Tribali nel Paesi Indipendenti; questi sono nello specifico: il diritto alla consulta previa, il diritto a preservare territori e risorse naturali, il diritto a conservare e migliorare l’habitat e la preservazione delle proprie terre, senza dimenticare il diritto alla pianificazione, utilizzo, amministrazione e conservazione collettiva delle ricchezze naturali presenti sui loro territori.

 

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