Santiago Xanica è una comunità indigena zapoteca nella Sierra Sur
dello stato di Oaxaca, in Messico. Sono circa un migliaio gli abitanti
della comunità, dediti soprattutto alla coltivazione del caffè. In questo
villaggio si è attivato un workshop permanente di comunicazione
popolare insieme ai/alle compagni/e del locale Comitato di Difesa dei
Diritti Indigeni (CODEDI), anch’esso facente parte dell’AMZ, fondatore
della APPO e aderente alla VI Dichiarazione della Selva Lacandona
dell’EZLN.
Questa comunità è immersa in un’ambiente naturale di estrema
bellezza e ricchezza. Queste risorse ancora vergini fanno gola agli
interessi dell’imprenditoria messicana e internazionale che stanno
investendo sulla riviera di Huatulco, nota località balneare del Pacifico.
Negli ultimi anni, con l’obiettivo di usurpare le sorgenti e i boschi
di Xanica, il governo statale ha tentato più volte di imporre la propria
autorità, rompendo il forte tessuto comunitario che aveva retto per
secoli e aveva dato al villaggio una notevole autonomia. Tra le varie
pratiche ancestrali del posto c’è infatti l’assemblea del popolo che nomina
le autorità del villaggio secondo un complesso sistema di usi e
costumi, un processo lungamente più orizzontale e diretto del sistema
elettorale e partitario della democrazia rappresentativa. L’intromissione
del governo nelle relazioni comunitarie, con lo scopo di favorire
gli interessi imprenditoriali, ha portato negli ultimi anni ad una
militarizzazione del territorio e della comunità, a detenzioni politiche
(un compagno del CODEDI è in carcere dal 2005), all’imposizione del
sindaco, all’invasione armata del villaggio ed infine alla vendita delle
coscienze.
Di fronte alla violenza istituzionale, i/le compagni/e del CODEDI
hanno attivato varie strategie di resistenza, di mobilitazione e di
organizzazione tra cui una cooperativa di donne, alcuni progetti
produttivi ed una stazione radio comunitaria. La radio è stata per anni
un elemento centrale di coesione e formazione in lingua zapoteca,
in difesa degli interessi comunitari. Però oggi, in seguito alla feroce
repressione abbattutasi sulla comunità, le trasmissioni sono saltuarie.
Nel processo di relazioni con il CODEDI, è sorta la necessità di formare
alcuni/e giovani compagni/e all’utilizzo dei mezzi di comunicazione
(giornalismo indipendente, radio, web e video) al fine di rivalutare
l’identità e la lingua indigena, ricucire il tessuto comunitario ed avere
gli strumenti per scoraggiare o informare e testimoniare ogni sorta di
aggressione contro la comunità. Periodicamente si tengono workshop
nella comunità, fornendo gli elementi teorici e gli strumenti pratici
per la costruzione di comunicatori e comunicatrici comunitari indigeni
(computer, schede video, telecamere, registratori, formazione sul
montaggio video e audio, programmazione di un palinsesto radio,
etc). Tali conoscenze vengono liberamente reinterpretate secondo
i tempi e le modalità proprie della comunità. Ogni volta che risulta
possibile, durante la convivenza nel villaggio, si ricercano momenti di
approfondimento su altri temi (APPO, conflitto in Palestina, Genova
2001, migrazione, medicina naturale e tradizionale, ginecologia con
piante medicinali, etc) con il fine di ampliare l’orizzonte politico di
tutti i compagni e le compagne coinvolti /e e favorire la conoscenza e
la consapevolezza reciproca.