Si chiede giustizia per il leader assassinato a Bachajón

La Jornada – Lunedì 24 giugno 2013, articolo di Hermann Bellinghausen, Traduzione “Maribel” – Bergamo
Ripreso dal Blog VivaBachacon- Qui una serie di video

Gli ejidatarios tzeltal aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona di San Sebastián Bachajón, municipio di Chilón, Chiapas, chiedono giustizia e non impunità per l’assassinio del loro leader Juan Vázquez Guzmán, avvenuto il 24 aprile sulla porta di casa; omicidio legato direttamente col suo ruolo nell’opposizione al progetto di “megaturismo” alle cascate di Agua Azul e nella difesa della porzione di territorio di San Sebastián occupata dalla forza pubblica con interventi  illegali e la complicità delle autorità dell’ejido.

Chiedono inoltre la liberazione di tre loro compagni (Antonio Estrada, Miguel Vásquez e Miguel Demeza) in carcere con accuse ridicole che mettono a nudo lo stato della giustizia chiapaneca, in particolare dei pubblici ministeri e dei governi municipali (in questo caso, che non è l’unico, quelli di Chilón ed Ocosingo). Read more »

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[Audio] Intervista a familiari dei prigionieri Loxicha

Il 24 giugno intervistiamo Erika e Tony, due dei figli dei sette prigionieri della regione Loxicha, nello zocalo di Oaxaca dove hanno istallato un punto informativo e di denuncia. Il 7 giugno i sette di Loxicha, arrestati tra il 1996 e il 1997, sono stati trasferiti senza motivo al nuovo carcere di massima sicurezza, il Cefereso 13 di Miahuatlan e, dopo tante difficoltà per poterli visitare, sono stati nuovamente trasferiti il 21 giugno nel Cefereso 6 dello stato di Tabasco, ancora più lontano dai loro familiari.

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Dove sono i 7 prigionieri Loxicha?

Fonte: Centro de Medios Libres

Oaxaca de Juarez, 10 Giugno 2013. Nelle prime ore di venerdì 7 giugno, alle 02:40 del mattino, Alvaro Sebastian Ramirez, un membro de La Voz de los Xichés en Prisión e aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, insieme ad Abraham García Ramírez, Agustín Luna Valencia, Eleuterio Hernández García, Fortino Enríquez Hernández, Justino Hernández José, noti come “I prigionieri Loxicha” stati violentemente spostati dal carcere di Ixcotel di Oaxaca su due autobus turistici e trasferiti, negando alle famiglie qualsiasi informazioni sulla loro destinazione.

Nelle ore successive le e i figli dei detenuti Loxicha hanno preteso informazioni sul luogo in cui i loro genitori si trovavano ed è stato detto loro che si trovanonella prigione di media sicurezza (CEFERESO 13) che si trova in Mengoli di Morelos, Miahuatlán di Porfirio Diaz. Questo carcere, recentemente inaugurato lo scorso 14 maggio, è stato dato in concessione all’iniziativa privata, vale a dire coloro che traggono profitto attraverso l’abuso dei diritti umani fondamentali dei detenuti e delle loro famiglie. Read more »

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Panoramica sul Messico [Prima Parte]

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IL RITORNO DEL PRI ED ENRIQUE PEÑA NIETO

Dopo le elezioni del luglio 2012, il 1° dicembre scorso ha preso ufficialmente il potere Enrique Peña Nieto (EPN), candidato presidenziale del PRI, partito il cui stesso nome rappresenta un ossimoro (Partito Rivoluzionario Istituzionale) e che ha monopolizzato la vita messicana per ben 70 anni, dal 1929 al 2000, essendo di fatto il partito politico più longevo della storia fino ad oggi, senza essere mai stato propriamente una dittatura.

Regreso-del-pri Il dinosauro PRI torna al potere dopo appena 12 anni, forte dei disastrosi mandati di Fox e Calderón, entrambi del PAN (Partito di Azione Nazionale); due legislature nefaste segnate, tra l’altro, dalle migliaia di morti e desaparecidos della cosiddetta guerra al narco1.Con il ritorno del PRI riemergono retoriche e pratiche – in ogni caso mai scomparse durante i governi panisti – proprie del modus operandi del partito, legato da sempre agli interessi dei grandi proprietari terrieri, degli investimenti stranieri, e artefice di un clientelismo in grado di arrivare fin negli angoli più remoti del paese, nonché di un fascismo latente che disprezza i nativi in nome di un Messico bianco e moderno. Read more »

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[Audio] Iniziativa per Patishtan Df

Oggi, 19 giugno 2013, assistiamo ad un evento politico-culturale tenutosi nella piazza antistante il Palazzo di Belle Arti di Città del Messico nell’ambito della Campagna per la Liberazione di Alberto Patishtan. Proprio in questo giorno il “profe” compie 13 lunghi anni di ingiusta incarcerazione e ci sono stati eventi ed iniziative in diverse parti del paese e del mondo. Maggiori Info sul Blog: http://albertopatishtan.blogspot.mx/

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Una pioggia di ingiustizie per Rosario Díaz Méndez

Articolo del Grupo de Trabajo “No Estamos Todxs”

Il 4 giugno 2013, il nostro amico prigioniero Rosario Díaz Méndez ha comunicato che una nuova sentenza di condanna ha sigillato la porta della sua cella per altri 20 anni, che si aggiungono ai 25 anni a cui era stato sentenziato nel gennaio 2013, rispettivamente con l’accusa di sequestro di persona e omicidio. Quarantacinque anni di distanza dalla sue foreste, sua moglie, i suoi figli. Otto sono già passati.

Si tratta di un vergognoso verdetto che non ci ha colto di sorpresa. L’atteggiamento dei giudici nei tribunali del Chiapas, come nel resto del Paese, rimane quello di coprire, ingiustizia dopo ingiustizia, i propri colleghi o funzionari che hanno sostenuto la fabbricazione di reati da parte dei ministeri pubblici e di polizia. Così funziona questa dannata macchina legale: un intreccio di interessi privati e corporativi che permette a tutto il sistema di mantenersi a galla; migliaia di mani che puliscono e coprono altre migliaia di mani che rubano, ricevono tangenti, accettano e firmano dichiarazioni ottenute sotto tortura o che chiudono i casi senza leggerli, in attesa di ordini dall’alto. Read more »

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La morte, quello che ricevono i dissidenti di Guerrero

Traduzione dell’articolo di Desinformemonos

In memoria di Arturo Hernandez Cardona, instancabile lottatore sociale del popolo guerrerense.

Guerrero, Messico. Nel mezzo di un clima di impunità strutturale che regna nello stato di Guerrero, le sparizioni e le successive esecuzioni degli attivisti sociali: Arturo Hernandez Cardona, Felix Rafael Bandera Román e Ángel Román Ramírez, sono un altro triste segnale di quello che devono affrontare coloro che osano alzare la voce e ammonire le autorità per aver ignorato la popolazione e il loro diritto di protestare. I corpi degli attivisti sono stati ritrovati il 3 giugno, dopo cinque giorni dalla loro scomparsa insieme ad altri cinque compagni. Quattro di questi ultimi sono riusciti a scappare e uno è ancora desaparecido.

A Guerrero non passa settimana in cui non si registrino gravissimi fatti che minacciano la vita, la sicurezza e la libertà dei e delle guerrerensi. Questo costituisce un precedente negativo per le autorità statali, perché troviamo che essi non assolvono alle loro competenze costituzionali; in diverse regioni, non si nota la loro presenza e vi è un vuoto di potere, che viene occupato dai gruppi della criminalità organizzata. Ogni giorno si osserva la vicinanza o collusione delle varie autorità municipali con gli interessi criminali. Non hanno altra scelta che scendere a patti per poter governare, lasciando alla deriva la popolazione. Ciò significa che, a livello regionale o municipale, vi è una potere più forte dietro il potere formale, che esistono altri attori extralegali che muovono i fili del potere politico ed economico. Read more »

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Iniziativa zapatista riunisce i popoli indigeni del Messico

Fonte: un articolo di Desinformemonos

La difesa autonoma dei territori e delle culture ancestrali contro le principali minacce (miniere, turismo, progetti idroelettrici, eolici, stradali, di gasdotti, tra gli altri mega-progetti), la costruzione e l’esercizio dell’autonomia e il suo rafforzamento interno, sono alcune delle preoccupazioni e sfide dei popoli, nazioni, tribù e quartieri indigeni del Messico, che compongono il Congresso Nazionale Indigeno (CNI), esempio di una rete che sarà “rilanciata” nella recentemente annunciata “Cattedra Juan Chavez Alonso”, che si terrà nel mese di agosto in San Cristobal de las Casas, Chiapas. Read more »

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20 anni a Rosario Diaz Mendez

http://chiapasbg.wordpress.com/2013/06/07/condanna-20-anni/

La Jornada – Venerdì 7 giugno 2013

“Senza fondamento” condannato a 20 anni di prigione l’indigeno tzotzil della Voz del Amate

HERMANN BELLINGHAUSEN

Il detenuto tzotzil Rosario Díaz Méndez, membro della Voz del Amate e aderente alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona, già da 8 anni in prigione a San Cristóbal de las Casas, Chiapas, martedì è stato condannato a 20 anni con l’accusa di sequestro. Ingiustificatamente, secondo numerose prove che Jacqueline Ángel, giudice di prima istanza di Simojovel, non ha preso in considerazione.

“L’ingiustizia continua”, scrive Díaz Méndez dalla sua cella. La nuova condanna, con procedimento 333/2005, è “per il reato prefabbricato di sequestro, nonostante le vittime dichiarino di non conoscermi e chiedono la mia libertà, ed i miei testimoni a discarico nemmeno vengono citati”, perché “l’autorità è cieca e sorda”. Read more »

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VIDEO: Guardabosques

Prodotto da Radio Fogata (radio comunitaria di Cheran) e ManoVuelta Films

Il 15 aprile 2011, dopo che il crimine organizzato si era unito con l’industria forestale e diverse agenzie del governo per saccheggiare i boschi preziosi e sacri con la forza delle armi, la comunità indigena Purépecha de Cherán, Michoacán, Messico, si ribellò con pali, pietre, mortai contro quello che solo può essere definito un narco-governo. Da allora, hanno preso il controllo degli uffici delle autorità, le loro armi e i loro mezzi per poi scacciare tutti i partiti politici e tutti i corpi di polizia locali e statali. Hanno ristabilito una forma di autogoverno tradizionale che comprende un consiglio di anziani, una “polizia” comunitaria, conosciuta come “la ronda” e un proprio gruppo per la difesa dei boschi, conosciuto come “Guardabosques”.

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