Questa è la traduzione del discorso letto da una compagna dell’OIDHO, organizzazione indigena per i diritti umani a oaxaca, alla fine della marcia di Lunedì 23/04/2012 e (al principio di 3 giorni di presidio) che ha portato a Oaxaca, capitale dell’omonimo stato, più di 8000 indigeni di diverse regioni e diverse organizazzioni facenti parte del COOA, Consejo de Organizaciones Oaxaqueñas Autónomas
Dichiarazione delle donne e degli uomini delle comunità indigene e campesine che formano l’ORGANIZACIONES INDIAS POR LOS DERECHOS HUMANOS EN OAXACA, OIDHO, facenti parte del COOA, consejo de organizaciones oaxaqeñas autonomas
Compagne e compagni, popolo di Oaxaca:
Noi, abitanti delle comunita’ piu’ emarginate delle differenti regioni di Oaxaca, uno degli stati piu’ poveri della repubblica messicana, non stiamo qui (nella capitale) perche’ non abbiamo nulla da fare nei nostri villaggi. Nemmeno stiamo manifestando perche’ qualcuno ci ha trascinati ne’ per fare numero nella campagna elettorale di qualche leader o candidato. Siamo oggi qui nella capitale dello stato perche’ questo e’ stato l’accordo preso in maniera libera e autonoma nelle assemblee delle nostre organizzazioni; siamo qui per esercitare il diritto costituzionale a esprimere e manifestare la nostra opposizione di fronte alla situazione che viviamo nel nostro stato e nel nostro Paese.
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Governi vanno, governi vengono, promettono cambi, progresso e benessere, pero’ noi ogni giorno stiamo peggio. Invece di appoggiare i contadini, agevolano i banchieri e gli impresari. Invece di rispettare in nostri “usi e costumi”, cercano di liquidarli per beneficiare i partiti politici, che per la loro corruzione, per gli interessi meschini e per la totale indifferenza davanti alle sofferenze del popolo gia’da tempo hanno perso ogni credibilita’. Invece di promuovere vere riforme verso la democrazia, solo si preoccupano dei propri guadagni. Questa e’ la situazione in cui viviamo: i rappresentanti del congresso non ci rappresentano, i funzionari non funzionano, i governi non governano.
Chi realmente ci governa sono le grandi corporazioni di imprenditori nazionali e le multinazionali che si stanno appropriando delle risorse naturali e dei territori degli indigeni, lasciando distruzione, contaminazione e maggiore miseria in ogni angolo del paese, in nome di un falso progresso che arricchisce pochi mentre lascia milioni di messicani senza futuro e senza sostegno. In tutte le regioni di Oaxaca i grandi ricchi vogliono imporre mega-progetti: miniere, dighe, parchi eolici, porgetti turistici e superstrade che gli porteranno maggiori profitti, perche’ le nostre necessita’, il nostro modo di intedere lo sviluppo non gli interessa.
E quando ci organizziamo e resistiamo ci dichiarano criminali e delinquenti, ci perseguitano e reprimono, incarcerano e assassinano. Mentre gli assassini e delinquenti del 2006, Ulises e la sua mafia, continuano a godere della liberta’ e dei migliaia di milioni di pesos che hanno rubato al popolo oaxachegno. Con questo denaro continuano a finanziare campagne contro quel governo del presunto cambiamento che li tollera e non li ha toccati. Con questa impunita’ continuano ad assassinare i compagni e le compagne e non gli succede nulla. Continuano intatte le loro strutture fuori e dentro del governo. Continuano a controllare gli apparati di polizia e di (in)giustizia.
Continuano impuniti anche tutti i crimini di lesa umanita’ commessi contro centinaia di donne oaxachegne, tanto che sembra che noi donne qui non siamo umane e non abbiamo diritti. Ma si dimenticano i governanti che sulle nostre spalle e col nostro lavoro si costruisce la societa’. Siamo indignate di fronte al silenzio delle autorita’ e esigiamo che si sradichi la violenza di genere. Noi donne indigene denunciamo inoltre che il programma di elemosine ufficiali chiamato “Oportunidades” si e’ convertito in uno strumento dei governi di tutti i colori per dominarci e controllarci e per impedire di organizzarci in maniera autonoma. E’ ora che le donne della campagna e quelle della citta’ lottino per un vero rispetto dei propri diritti.
Nonostante la situazione che viviamo, i partiti politici che promisero il cambiamento a Oaxaca gia’ si sono dimenticati della loro promessa. Per loro gia’ e’ cambiata la faccenda. Adesso sono al potere. Potere e denaro, questi sono gli unici principi che conoscono. Per questi sono disposti a tutto e per il popolo nulla. Niente di nuovo. Gia’ lo sapevamo. Per questo ci organizziamo dal basso, non aspettiamo che i cambiamenti piovano dall’alto, perche’ non succede mai; gia’ dai tempi di Zapata e Magon fu chiaro che il popolo stesso deve costruire i cambiamenti. Non aspettiamo che i governi, i partiti e i deputati difendano i nostri diritti, perche’ neanche li conoscono. Per loro le imposte e i fondi pubblici, per noi l’elemosina. La nostre culture indigene sono un ostacolo ai loro mega-progetti.
Pero’ qui stiamo. Noi popoli indigeni non siamo una minoranza, ne’ un gruppo vulnerabile. Siamo la maggioranza dei cittadini e cittadine. Siamo gli eredi storici di questi territori tanto ricchi in biodiversita’ e risorse naturali perche’ li abbiamo protetti per millenni. Siamo la culla del mais e i maestri della milpa. Non accetteremo il mais transgenico che ci rende dipendenti dalle multinazionali. Siamo i guardiani e le guardiane di queste terre. E saremo i suoi difensori. Difenderemo le nostre terre, i nostri boschi, i nostri fiumi e le sorgenti contro la distruzione che porta con se’ il falso progresso. Difenderemo i nostri popoli, le nostre culture, le nostre assemblee e autorita’ contro i falsi rappresenti del popolo. Difenderemo le nostre organizzazioni, le nostre alleanze e il nostro movimento contro la criminalizzazione, la persecuzione e la repressione.
No pasaran!
E se esigiamo che i governi ci appogino per migliorare le nostre condizioni di vita, se esigiamo strade, luce, scuole, cliniche e programmi per il campo e’ perche’ anche noi paghiamo le tasse ed e’ ora che ci restituiscano almeno una parte di tutto quello che hanno rubato durante questi anni. Per questo abbiamo deciso che non veniamo a elemosinare ma a esigere i diritti che ci corrispondono. I governanti hanno l’obbligo di rispondere alle nostre richieste. Gia’ e’ tardi! Non basta ascoltarci bisogna avere la volonta’ politica e la decisione per risolvere i nostri problemi. Esigiamo riposte forti alle nostre richieste legittime. E le esigiamo ora!
Compagni e compagne, popolo di Oaxaca, noi comunita’ indigene e contadine e le colonie popolari organizzate nell’Oidho, organizzazione autonoma con una storia coerente di lotta sociale di piu’ di 20 anni, facciamo una chiamata a tutte le donne e gli uomini coscienti dei propri diritti come popolo, a organizzarsi dal basso e lottare per un vero cambio democratico che tutte e tutti necessitiamo.
Oaxaca di Florece Magon,
23/04/2012
ORGANIZACIONES INDIAS POR LOS DERECHOS HUMANOS EN OAXACA – OIDHO
Basta repressione e miseria per i popoli indigeni
La vittoria non e’ dei potenti ma dei miglior organizzati
Viva le comunita’ dell’Oidho
Viva le organizaazzioni del COOA
Zapata vive! La lotta continua!