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Donna incarcerata per aver tentato di difendersi da uno stupro: YAKIRI LIBRE!

Posted by on gennaio 2, 2014

Al grido di ” la stessa giustizia che ci opprime nelle lotte, condanna Yakiri perché non ha accettato di farsi ammazzare” il 29 Dicembre una manifestazione ha colorato di viola e bianco le strade del centro di Città del Messico. Centinaia di persone di ogni età con striscioni e fiori in mano hanno chiesto la liberazione immediata di Yakiri Rubí Rubio Aupart.

Il caso giudiziario di Yaki è pieno di irregolarità, come racconta suo padre, José Luis Rubio .

Tutto è iniziato il 9 dicembre 2013. Yaki fu rapita, portata in un albergo, picchiata e violentata. Dopo quell’orrore il suo aguzzino tentò di ucciderla con un coltello, ma la giovane ventenne combatté con tutte le sue forze per difendersi perché, come dice nella lettera che ha scritto in occasione della manifestazione , “io amo la vita! E così come ho lottato per rimanere in vita ora voglio lottare per la mia libertà . ”

Yaki si è difesa, ha lottato per sfuggire alla morte, e nella colluttazione il coltello si è conficcato nel collo del suo aguzzino, che è poi fuggito lasciandola libera. Libera, fino a quando Yaki ha incontrato scappando dall’albergo agenti della polizia che, anziché soccorrerla in quanto vittima di una violenza, non hanno affatto seguito la normale procedura di una denuncia per stupro. Anzi paradossalmente la hanno arrestata, senza farla visitare da un medico, senza curarsi delle ferite riportate , senza permetterle di chiamare la sua famiglia o un avvocato/ essa. Yaki è stata fortunata a sopravvivere, ma uno Stato femminicida non la perdona; lo stesso giudice incaricato dal suo caso è stato segnalato nel 2011 per molestie sessuali alla sua segretaria.

José Luis Rubio racconta che, da quando ha iniziato a difendere i diritti della figlia, sta ricevendo tanti messaggi da altre donne che hanno vissuto la stessa orribile sorte di Yaki, e che sono state messe a tacere spesso dalle loro stesse famiglie, per paura, senso di colpa, per il “che dirà la gente” . La testimonianza di una giovane durante la manifestazione lo conferma, cosi’ come le cifre delle ultime statistiche rilasciate da Inmujeres: nello Stato del Messico, 7 donne su 10 subiscono una qualche forma di violenza sessuale o sessista, ma solo il 9,2 % denuncia il suo aggressore.

Quello di Yakiri Rubino è un caso unico che mette bene in evidenza la corruzione del potere e il diverso trattamento riservato dalla giustizia al genere femminile.
Al momento sono attive diverse campagne di solidarietà con Yakiri .

Alla pagina web Change.org è possibile firmare una petizione per chiedere l’immediata liberazione di Yaki.

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