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Anniversario de las Abejas

Posted by on dicembre 13, 2012

Dal sito Enlace Zapatista

Comunicato de las Abejas per il suo 20° anniversario come organizzazione civile.

Organización de la Sociedad Civil “Las Abejas”
Tierra Sagrada de los Mártires de Acteal
Acteal, Ch’enalvo’, Chiapas, México.

10 dicembre 2012.

Alla Opinione Pubblica
Ai mezzi di Comunicazione Statali, Nazionali e Internazionali
Ai mezzi di comunicazione alternativi
Alla Sesta Internazionale
Agli aderente de La Otra campaña
Alle organizzazioni indipendenti
Ai difensori dei diritti umani non-Governamentali

Fratelli e sorelle:
In questo stesso giorni, ma 20 anni fa, nasceva la nostra Organizzazione Las Abejas. È anche lo stesso giorno della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Partendo da  questi avvenimenti storici, veniamo a darvi la nostra parola…

Il 10 dicembre 1992, 5 nostri compagni della comunità di Tzajalch’en; furono incarcerati ingiustamente dal governo municipale in complicità col governo dello stato del Chiapas, per un omicidio che non avevano commesso; il loro unico delitto era quello di criticare il governo, organizzare la gente oppressa, difendere la vita, la giustizia e i diritti umani. Allora, come adesso, non si rispettavano i diritti umani. La violenza e la violazione dei diritti umani era il pane quotidiano ed ancora peggio era il trattamento riservato ai popoli originari.

Quando ci rendemmo conto della violenza, dell’ingiustizia, dell’espropriazione delle nostre terre, del territorio, delle risorse naturali, oltre alla violazione dei diritti umani verso la nostra gente, ci organizzammo, unimmo le forze e i cuori, creando il movimento sociale “Las Abejas”. Dall’inizio decidemmo che sarebbe stata una organizzazione pacifista, con la missione di difendere e proteggere la vita, costruire una vera giustizia perché ci sia pace. Ed anche per esigere dal governo messicano che rispetti le leggi nazionali, i trattati e gli accordi internazionali sottoscritti in termini di diritti umani e soprattutto il rispetto dei popoli originari del Messico.

Oggi, dopo 20 anni di lotta e camminare de Las Abejas, chiediamo al governo messicano: Com’è la situazione attuale rispetto i diritti umani in Messico, rispetto 20 anni fa? Noi vediamo che la situazione 20 anni fa era differente, vale a dire che i diritti umani si violavano in maniera diversa ma oggigiorno ciò accade in modo peggiore e con maggiore cinismo.

20 anni fa noi de Las Abejas credevamo nella democrazia istituzionale (speravamo che governi e partiti ci ascoltassero e rispettassero in quanto popoli originari ). Senza dubbio fu una illusione. Ma da questi inganni e menzogne apprendemmo molte cose ed è anche grazie a questo che adesso siamo quello che siamo. Ora non crediamo più a nessun partito politico, né ad un governo imposto dall’alto. Uomini e donne de Las Abejas, hanno forgiato idee e cuori più grandi. La nostra lotta e la costruzione della nostra autonomia sono cresciute e continuano a crescere. A distanza di 20 anni de  Las Abejas, non chiediamo nulla al malgoverno sul come vogliamo vivere, lottare, salvaguardare la nostra madre terra, il territorio e le risorse naturali.

Dopo 20 anni de Las Abejas vediamo che in Chiapas e in Messico non esistono le condizioni di vita, non c’è uno stato di diritto. Compagni e compagne siamo tutt@ guardiani della memoria e teniamo presente che il nostro Messico attuale sanguina e che i responsabili di guerre e crimini, vivono nell’impunità, sotto la salvaguardia dello stesso Stato. Da qualche giorno è andato via Felipe Calderón, colui che lascia più di 90mila morti e più di 10mila desaparecidos grazie alla sua “guerra contro il crimine organizzato” e questo signore sarà ricordato per i crimini e il saccheggio del nostro paese dai figli e figlie del Messico affinché sia giudicato per tutte le sue responsabilità. E adesso, che ci aspettiamo da Enrique Peña Nieto l’attuale presidente imposto da Televisa, TV Azteca ed altre corporazioni neoliberali? Questo signore, che non è altro che un burattino, cosa può offrire al popolo messicano, quando sappiamo bene che non sa fare altro che reprimere, arrestare a membri di movimenti e organizzazioni sociali? Diciamo a Peña Nieto e il suo gabinetto che il popolo ha memoria e che Acteal non dimenticherà mai quello che è successo 15anni fa, in questo stesso mese, per cui la sua squadra di governo ha molte responsabilità…

Il popolo messicano è testimone di quello che diciamo: appena Peña Nieto prendeva il suo posto  quello che ha fatto (come è abitudine dei malgoverni) “per garantire la pace e la stabilità sociale”, è stato intervenire con la forza pubblica reprimendo manifestanti che gridavano: “democrazia”, “giustizia”, etc. Con questa violenza sistematica minaccia il diritto di protestare e proibisce la libera espressione. Inoltre quello che è successo il primo dicembre è un chiaro avvertimento al popolo messicano e alle organizzazioni anti-sistemiche, che nessuno durante il suo governo può protestare, che non ci si può opporre alla sua imposizione e che bisogna sottomettersi alla sua volontà.

Da questi governi non c’è nulla da aspettarsi e per questo per noi, come dicono i nostri fratelli e sorelle zapatiste, sono “malgoverni”. In loro non esiste dignità, volontà e tantomeno rispetto.

Quello che facciamo e costruiamo molesta il malgoverno, non gli sta bene e si arrabbia e quando si arrabbia manda i suoi messaggeri ad offrirci soldi, coperte usate, casette, etc. con l’obbiettivo di farci smettere di chiedere giustizia per il massacro di Acteal. Il malgoverno in turno vuole cancellarlo dalla nostra memoria per la vergogna di un crimine di stato che massacrò donne incinte e bambini pacifici e innocenti. Nel 2008 provò a creare divisioni nella nostra organizzazione comprando la coscienza di qualche compagno ma nonostante ciò abbiamo prevalso. Ed oggi, a qualche giorno dall’anniversario del massacro, denunciamo tenacemente che lo scorso 6 dicembre un paramilitare che si fa passare per sopravvissuto del massacro di Acteal di nome Juan Oyalté Paciencia (che dovrebbe essere in prigione per la sua partecipazione nei fatti precedenti al massacro, ma che con la complicità delle autorità giudiziarie nella guerra controinsurgente, non si rese esecutivo il mandato d’arresto contro di lui), assieme ad un funzionario statale, portarono materiale edile scaricandone una parte ai piedi della colonna dell’infamia della Terra Sacra di Acteal. Immediatamente circa 30 persone tra bimbi, donne e uomini posarono di fronte la colonna per farsi scattare foto; sono quasi tutti priisti, paramilitari delle comunità di Tzajalukum, Quextik ed Acteal Alto che si fanno passare per sopravvissuti del massacro di Acteal senza esserlo.

Questo fatto ci indegna ed è una burla al sangue dei nostri fratelli massacrati. Inoltre ci rattrista vedere che i nostri stessi fratelli e sorelle si lascino manipolare dal malgoverno, come fecero i paramilitari nel 1997 nel massacro di Acteal.

A 20 anni dalla nascita de Las Abejas ed a 15 anni dal massacro, il malgoverno cerca di fermare la nostra commemorazione e la nostra lotta ed è per questo che gli urge farsi fotografare ad Acteal, per far credere che il governo sta al fianco dei superstiti. Però questo non potrà ottenerlo mai.

Sappiamo che il malgoverno continuerà con la sua politica di terrore, controinsurgenza, repressione…e dobbiamo essere preparati e uniti come movimenti e organizzazioni sociali e per questo vi ricordiamo che questo 20, 21 e 22 di dicembre abbiamo un appuntamento ad Acteal: invitiamo lottatori sociali, difensori dei diritti umani, autorità comunitarie, collettivi indipendenti, rappresentanti dei popoli originari, studenti, maestri e società civile organizzata, a partecipare all’incontro “Frente a la Guerra de Desgaste Integral a compartir los procesos organizativos de lucha por la defensa de la vida, de la Tierra y Territorio”.

Prima di concludere ci solidarizziamo coi compagni e le compagne repressi e incarcerati nella Città del Messico e a Guadalajara per protestare contro l’imposizione di Enrique Peña Nieto, ed esigiamo la loro libertà immediata e incondizionata per tutti e tutte.

Questa è la nostra parola (e ce ne sarà ancora nel comunicato per il XV anniversario di Acteal):
Viva i 20 anni di lotta de Las Abejas e la sua costruzione dell’autonomia!
Viva i popoli autonomi!
Viva la resistenza civile e pacifica!

ATTENTAMENTE.
La Voz de la Organización Sociedad Civil “Las Abejas”

 Traduzione: LaPIRATA

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