Font: http://comitatocarlosfonseca.noblogs.org/post/2012/10/17/piu-di-200-studenti-arrestati-dopo-duri-scontri-con-la-polizia-nel-michoacan/
All’alba dopo più di tre ore di scontri e più per mancanza di armamentario che per altri fattori, i normalisti hanno finito con il fuggire verso la montagna.
Normalisti di Cherán hanno occupato i caselli dell’autostrada per reclamare la libertà degli arrestati. I media riferiscono che una colonna si dirige verso la Normale di Tripetío per riprendere la scuola.
Cronaca degli scontri
Una autentica battaglia è stata quella che hanno sollevato all’alba di lunedì scorso gli agguerriti normalisti della Scuola Normale Rurale “Vasco de Quiroga” di Tiripetío, Distretto di Morelia, contro gli organizzati granatieri della Segreteria per la Sicurezza Pubblica (SSP) che a momenti non sapevano come affrontare la situazione e a momenti si sono visti superati dalle azioni dei giovani.
Gas lacrimogeni, bastonate, pietre e manganelli, razzi e petardi volavano nei cieli della Normale. Per le denuncie delle linee danneggiate, dopo il dispiegamento dell’operazione repressiva, alle 3.00 a.m. sono cominciate le azioni per cercare di recuperare gli autobus bloccati da quasi due settimane.
I cosiddetti “tiris” hanno cercato di opporre resistenza fino a quando hanno avuto le munizioni. I granatieri poco a poco li hanno fatti ripiegare, più con forza e volontà che con una strategia definita.
“Dai caproni! Non gli far fare foto. Non siate finocchi!”. Gridava con un tono di frustrazione uno dei comandanti della polizia alla testa dell’operazione, vedendo che i suoi agenti non potevano avanzare più di tanto.
Alcuni sono stati catturati, ma il grosso del gruppo normalista si trincerava. All’improvviso, l’incursione. I pompieri, che inutilmente cercavano di combattere il fuoco nella fila di autobus bruciati, sono dovuti uscire fuggendo di fronte all’impeto degli studenti. I granatieri, più per orgoglio e amor proprio, si sono riuniti in blocco per far cessare l’assalto che avveniva dietro la scuola.
Continuavano a piovere razzi e petardi, fino a quando hanno raggiunto due granatieri, uno dei quali ferito in modo grave, con bruciature sul viso e sul torace. Nè i granatieri, per trasportarlo in ambulanza, riuscivano a coordinarsi con i paramedici. Circa tre ore e mezzo è durato lo scontro.
Più per mancanza di armamentario che per altri fattori, i normalisti hanno finito con il fuggire verso la montagna. È incominciata un’altra incursione, ma ora al contrario, granatieri che cercavano di prendere normalisti, che hanno lasciato come testimonianza della loro resistenza almeno 10 autobus incendiati e al momento due membri della repressione riportati come feriti.
Proyecto Ambulante