Nell’Europa del Sud, ottobre 2011.
Un grido di silenzio ci scuote dall’altra parte del mondo.
Lo sentite?
E’ un grido di rabbia per troppe ingiustizie. E’ un grido gonfio di dignita’, umile ma duro. Viene dalle viscere.
E’ lo sciopero della fame dei prigionieri politici del collettivo La Voz del Amate – di nuovo -, dei “Solidari@s de La Voz del Amate”, del villaggio tzotzil di Mitziton, del collettivo di ex carcerati di “Voces Inocentes”. E’ il grido di tredici indigeni del Chiapas che dal 29 settembre 2011 stanno rifiutando il cibo, otto in sciopero della fame indefinito e cinque con un digiuno giornaliero di 12 ore, per esigere, con questa azione estrema, la propria immediata scarcerazione.
Giorno dopo giorno il loro stato di salute, gia’ precario, peggiora.
Per questo motivo e’ urgente la solidarieta’ e l’azione di quanti lottano nei quattro angoli del pianeta. Sono stati arrestati per il fatto di essere indigeni, disprezzabili agli occhi del potere, e continuano ad essere perseguitati perche’ non si sono rassegnati e lottano per la verita’, per la propria ed altrui liberta’.
Quante volte, nelle nostre lotte, abbiamo sentito o vissuto una situazione identica?
Nello sciopero della fame e nella degna lotta di Alberto e Rosario, Juan e Manuel, Alfredo e Rosa, Pedro e Juan, Alejandro, Andres, Jose, Enrique e Juan, noi vediamo la rabbia muta e forte di migliaia di prigionieri politici palestinesi sequestrati in Israele; di migliaia di migranti che rifiutano i pasti dopati e si rivoltano nei Centri di Identificazione ed Espulsione europei dove sono rinchiusi; dei Mapuche che con i loro lunghissimi scioperi della fame stanno respingendo la legge anti-terrorista in Cile; in questa rabbia e in questo grido si riconoscono i curdi nelle segrete turche, i baschi e le basche torturate nei moduli FIES, tutti i/le dissidenti intrappolat* fra queste pareti umide e sporche tra le quali provano a schiacciare le idee.
Per tutto cio’ ci siamo presi il compito, insieme ad altri collettivi europei, di diffondere nei nostri spazi la protesta di questi prigionieri e prigioniere del Chiapas.
Che lo sappia il governo messicano: non potra’ piu’ affogare nell’oblio i nostri fratelli indigeni!
Ricordiamo che gia’ nel 2008 il collettivo di detenuti “La Voz del Amate” intraprese uno sciopero della fame che porto’ alla liberazione di oltre cento carcerati. Allora prese vita un gran movimento solidale di aderenti alla Sesta Dichiarazione della Selva Lacandona dell’EZLN e non solo; questo movimento assedio’ il Potere da fuori, mentre dentro i compagni davano l’esempio con 41 giorni di sciopero della fame. Oggi urge nuovamente la nostra azione: i familiari dei prigionieri in lotta hanno gia’ montato un presidio permanente nella piazza della Cattedrale di San Cristobal…
A loro, ai/lle prigionieri/e in lotta, alle organizzazioni piu’ coinvolte mandiamo il nostro abbraccio complice.
Cordonati, uniti, libereremo i prigionieri e costruiremo una societa’ senza galere.
La Pirata (Piattaforma Internazionalista per la Resistenza e l’Autogestione Tessendo Autonomia):
Collettivo Zapatista “Marisol” de Lugano
Nodo Solidale
Nomads de XM24