browser icon
You are using an insecure version of your web browser. Please update your browser!
Using an outdated browser makes your computer unsafe. For a safer, faster, more enjoyable user experience, please update your browser today or try a newer browser.

Una guida rapida per capire la visita di Obama in Messico

Posted by on Mai 13, 2013

Traduzione di un articolo di desinformemonos

L’ultima volta che Obama aveva visitato il Messico fu durante il G-20 a Los Cabos, nel giugno 2012. Questa volta il presidente USA arriva il 2 maggio, per incontrarsi col nuovo presidente messicano Enrique Peña Nieto. Dalla sua elezione, la squadra di EPN sta lavorando per distogliere l’attenzione dei mezzi di comunicazione: non più la violenza legata ai fatti della guerra contro la droga ma l’ economia, motivo principale di questa visita. Secondo il New York Times, “Obama prevede di riunirsi con il presidente Enrique Peña Nieto per conversare, come segnala il Ministero degli Esteri messicano, di competitività, educazione ed innovazione, oltre che delle infrastrutture legate alla frontiera nord, il commercio, l’immigrazione e la sicurezza…”

Competitività

La competitività è il termine preferito usato dai governi per riferirsi a privatizzazione o riforme che beneficiano i settori imprenditoriali. Prima la competitività era stata chiamata austerità, riforme strutturali o privatizzazione, termini passati di moda viste le dure conseguenze sofferte dalla popolazione in generale. In tal senso, il Messico ha appena cambiato la sua legislazione abbassando il salario minimo a 60 centesimi di dollaro l’ora e rendendo più difficile l’accesso dei e delle lavoratrici alla sicurezza sociale così come a un lavoro stabile.

La compagnia petrolifera messicana (PEMEX), sarà sicuramente stato altro motivo di conversazione. Secondo il Financial Times, “una apertura sul settore petrolifero, altamente protetto in Messico e dominato dal gigante statale Pemex, potrebbe offrire incalcolabili opportunità’ alle compagnie petrolifere statunitensi, allo stesso modo che l’esportazione di quelle tecnologie di cui il Messico ha disperatamente bisogno”. Tutta la discussione sulla privatizzazione del settore petrolifero, avrà’ sicuramente escluso la questione che il 99% degli introiti statali per il petrolio vanno a finanziare la Federazione- parliamo del 40% del totale dei finanziamenti alla nazione. La privatizzazione di Pemex significherebbe una dura austerità’ per tutto il Paese.

Ci sono anche i fondi degli Stati Uniti nell’ambito del Programma di Competitività del Messico, che arrivano per mezzo dell’Agenzia Statunitense per lo Sviluppo Internazionale (USAID). Secondo le sue stesse parole, “USAID lavora con soci messicani per migliorare l’economia ed aumentare la competitività del settore privato, per mezzo del miglioramento dell’ambiente imprenditoriale e costruendo un appoggio sostenibile per le riforme politiche ed i costanti cambi nel sistema”. Questo si traduce in finanziamenti a centri di studio (think tanks) messicani ed organizzazioni non governative (ONG) che promuovono politiche di appoggio rispetto gli affari, la privatizzazione e le riforme giudiziarie che gli USA appoggiano.

Educazione e innovazione

l’11 dicembre, 10 giorni dopo aver assunto il potere, il governo messicano ha cambiato due articoli della Costituzione per dar luogo alla cosiddetta riforma educativa. La questione delle prove obbligatorie per i professori ha generato una grande controversia infatti, fra le varie cose, trasforma gli insegnanti in lavoratori precari che possono essere esclusi dalla professione per non aver superato un esame. “Quella approvata non è una riforma educativa ma una mascherata riforma lavorativa ed amministrativa”, scrive il giornalista Luis Hernández Navarro ne La Jornada. In un articolo, Navarro sostiene che questa legislazione apre la strada alla privatizzazione del sistema educativo. Organismi internazionali come il Fondo Monetario Internazionale (FMI) fanno pressioni da molto tempo per cambiare il sistema educativo del Messico. In un comunicato stampa del dicembre 2012, si annuncia il rinnovamento dei crediti per 73 milioni di dollari per il Messico; l’FMI chiede riforme del sistema educativo, fra le varie cose. Peña Nieto si è già guadagnato l’ammirazione dell’FMI, i cui leader si dicono molto impressionati per la sua agenda di riforme strutturali. In tutto il paese ci sono preteste di massa contro la riforma educativa. Il 18 aprile circa 250 mila maestri, studenti e gruppi d’appoggio hanno marciato nello stato di Guerrero contro la riforma ed in favore di un’educazione pubblica e gratuita.

Il settore imprenditoriale degli Stati Uniti si gioca molte carte nell’innovazione e l’educazione in Messico. “Con un Messico capace di offrire alle imprese statunitense mano d’opera giovane, qualificata e a basso costo, e con la capacità degli USA di giocare un ruolo decisivo nel trasferire tecnologie e conoscenze ai vicini del sud, è evidente che c’è molto spazio per impulsare una maggiore integrazione economica da parte delle due amministrazioni”, pubblicò il Financial Times in un recente articolo.

L’impresa General Electric ha un importante centro di ricerca nello stato di Querétaro, che si sta convertendo nel gruppo aerospaziale più grande del paese. I più ricercati sono gli ingegneri, 115mila dei quali si specializzano in Messico ogni anno, per il fatto che possono essere contrattati per meno di 1000 dollari al mese. Questo è un elemento cruciale in Messico per attrarre gli investimenti stranieri per quanto concerne la manifattura specializzata. D’accordo con dati pubblicati dal Ministero dell’Economia messicano il numero di imprese del settore aerospaziale è aumentato da 61 a 249 tra il 2005 e il 2011. L’85% delle esportazioni aerospaziali è diretto agli Stati Uniti.

Infrastruttura della frontiera, sicurezza e migrazione.

Obama promuove la riforma migratoria che si sta dibattendo nel Senato degli Stati Uniti. La proposta, di 800 pagine, include la questione migratoria nel contesto della sicurezza nazionale. Ci sono aspetti positivi e negativi in tale proposta, l’obbiettivo è garantire una forza lavoro adeguata e flessibile negli Stati Uniti: mentre alcuni lavoratori potranno accedere alla cittadinanza, altri potenziali migranti saranno colpiti da questo cambio di politica, da un muro alla frontiera ampliato e da una maggiore militarizzazione tra la frontiera Messico-USA.

C’è una richiesta del settore imprenditoriale per creare nuovi snodi alla frontiera e di ampliare quelli esistenti. “L’investimento economico nei passaggi di frontiera e nelle rispettive infrastrutture non corrisponde con l’aumento esponenziale del commercio che attraversa la frontiera ogni anno”, dice una nota di dicembre del Consiglio per le Relazioni Estere. L’infrastruttura di frontiera è necessaria per l’ampliamento della industria manifatturiera che si trova in Messico, e gli Usa richiedono una cooperazione col Messico su questi punti. La costruzione di questi nuovi snodi significa per le imprese e gli USA enormi sussidi per le operazioni di frontiera.

In termini di “sicurezza cittadina”, risulta chiaro che la violenza in Messico è aumentata parallelamente allo sviluppo della Iniciativa Mérida, una strategia appoggiata daglio stati Uniti per militarizzare il traffico e la produzione di narcotici. Qualcosa come 120mila persone sono state assassinate ed almeno 27mila sono “scomparse” dall’inizio della “guerra contro la droga”, dal dicembre 2006. Molti di questi morti sono migranti e “non cittadini”; Messico è diventato la grande frontiera per i centro.americani dove le forze dell’ordine non sono solo la polizia migratoria ma anche l’esercito ed i gruppi del crimine organizzato.

Come si poteva immaginare, i discorsi presidenziali eludono la violenza in Messico e si concentrano nell’addestramento della polizia ed in programmi d’appoggio alle comunità, i cosiddetti aspetti positivi della Iniciativa Mérida.

Parlare della “guerra alla droga” era probabilmente la ultima cosa che Peña Nieto voleva condividere con Obama.

Keine Kommentare erlaubt.